martedì 6 novembre 2018

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Crisippo e Buddha

"Disse perciò Crisippo: si deve vivere con opportuna conoscenza dell'andamento delle cose del mondo. Infatti ogni volta che un uomo perda il dominio di sé, o è schiacciato da un dolore, o s'infuria, o si scoraggia, dimostra così di trovar le cose diverse da quel che s'attendeva. Dimostra quindi d'essere stato impigliato nell'errore, di non aver conosciuto il mondo e la vita. Dimostra di non aver saputo come la natura inanimata intralci ad ogni passo la volontà di ciascuno per mezzo del caso, e la natura animata l'intralci sia con l'opporle fini contrari, sia con la malvagità. Dunque non s'è servito della sua ragione per venire ad una generale consapevolezza di come va la vita, e perciò appunto si sorprende, e perde il dominio di sé."
(Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione)
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... trova le cose diverse da quel che s'attendeva ... non conosce il mondo, la vita... non ha capito...la natura può del tutto casualmente incastrare un bastone tra le ruote e batapum!... gli altri umani hanno scopi che contrastano con i suoi oppure contrastano solo per malvagità... insomma non ha capito come vanno le cose e si sorprende, resta deluso, s'infuria, si deprime, perde il controllo di sé...
E' la grande scoperta del primo psicoanalista dell'umanità, Buddha: dietro ogni sofferenza psichica evitabile c'è un desiderio - in questo caso generale il desiderio che le cose non siano come sono.
(Tra parentesi: Buddha non si fermò all'analisi dell'origine della sofferenza umana, propose anche una terapia.)

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lunedì 5 novembre 2018

Bellezza e verità, poesia e filosofia

"È tanto mirabile quanto vero, che la poesia la quale cerca per sua natura e proprietà il bello, e la filosofia che essenzialmente ricerca il vero, cioè la cosa più contraria al bello, sieno le facoltà le più affini tra loro, tanto che il vero poeta è sommamente disposto ad essere gran filosofo, e il vero filosofo ad essere gran poeta... "
G. Leopardi, Zibaldone 3383
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...il vero, cioè la cosa più contraria al bello...
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- E' vero?
- E' vero.
1 - Allora, se è vero non è bello.
2 - Allora, se è vero non è detto che sia anche bello.
3 - Allora, se è vero è bello.
Se per filosofia si intende ricerca della saggezza, attrazione/amore per la saggezza, c'è da tener conto che la saggezza, comunque la si intenda, si esercita sulla realtà. Cioè la saggezza presuppone la conoscenza della realtà, sia essa conoscenza esplicitamente pensata, formulata, sia essa conoscenza implicita, rapporto istintivamente e silenziosamente esatto con la realtà.
Una cosa bella ma non vera logicamente, razionalmente, può anche essere praticamente utile, se non è un brutale inganno utile solo a chi lo attua. Bella e utile, nei casi migliori, ma non scientificamente vera.
Bellezza e verità evidente, scientifica, è coesistenza sempre necessaria?

domenica 4 novembre 2018

La stella del mattino






La lanterna di Merlino
fa felice ogni bambino
che la vede nella notte
come stella del mattino.
Brilla, brilla la lanterna
di Merlino il re dei maghi,
brilla e illumina la terra
con i monti il mare e i laghi.
Quando un sogno un poco brutto
viene e vuol rovinar tutto
ecco arriva il buon Merlino
a far luce sul bambino.
Il papà con voce dura
caccia vai ogni paura
e la mamma con dolcezza
gli sussurra una carezza.
Scappa, scappa brutto sogno,
scappa e non tornare più,
e se qui ritornerai
troverai il grande Artù
coi sui fidi cavalieri
della Tavola Rotonda
e la spada Escalibur
volerà come il pensiero
a difendere il destriero
che galoppa sulla terra,
a difendere i bambini
da ogni male e dalla guerra.
Scappa, scappa brutto sogno,
tu hai portato quella lite
che ha rubato tante vite,
ma sui sogni dei bambini
veglia attento il buon Merlino.
Con i baffi di papà
egli ha fatto lo stoppino,
con un bacio della mamma
egli accende ogni mattino.
Brilla, brilla la lanterna
di Merlino il re dei maghi,
brilla e illumina la terra
con i monti, il mare e i laghi.

(per i bambini della scuola di Rocca Priora, novembre 2005)

sabato 3 novembre 2018

Leopardi come Schopenhauer


"Vedi come la debolezza sia cosa amabilissima a questo mondo. Se tu vedi un fanciullo che ti viene incontro con un passo traballante e con una certa aria d’impotenza, tu ti senti intenerire da questa vista, e innamorare di quel fanciullo. Se tu vedi una bella donna inferma e fievole, o se ti abbatti ad esser testimonio a qualche sforzo inutile di qualunque donna, per la debolezza fisica del suo sesso, tu ti sentirai commuovere, e sarai capace di prostrarti innanzi a quella debolezza e riconoscerla per signora di te e della tua forza, e sottomettere e sacrificare tutto te stesso all'amore e alla difesa sua. Cagione di questo effetto è la compassione, la quale io dico che è l'unica qualità e passione umana che non abbia nessunissima mescolanza di amor proprio. (....)
La compassione che nasce nell'animo nostro alla vista di uno che soffre è un miracolo della natura che in quel punto ci fa provare un sentimento affatto indipendente dal nostro vantaggio o piacere, e tutto relativo agli altri, senza nessuna mescolanza di noi medesimi. (....)
Se già la compassione non avesse qualche fondamento nel timore di provare noi medesimi un male simile a quello che vediamo. (Perché l'amor proprio è sottilissimo, e s’insinua dappertutto, e si trova nascosto ne’ luoghi i più reconditi del nostro cuore, e che paiono più impenetrabili a questa passione). Ma tu vedrai, considerando bene, che c'è una compassione spontanea, del tutto indipendente da questo timore, e interamente rivolta al misero."
(G. Leopardi, Zibaldone 108-109)
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... tu ti sentirai commuovere, e sarai capace di prostrarti innanzi a quella debolezza e riconoscerla per signora di te e della tua forza...
... la compassione che nasce nell'animo nostro alla vista di uno che soffre è un miracolo della natura ...
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Come Schopenhauer, per il quale soltanto la compassione spontanea, non agìta per dettame religioso o etico né per un qualche tornaconto personale, può essere il fondamento della morale.
"Chi oserebbe negare anche un solo istante che in tutti i tempi, presso tutti i popoli, in tutte le condizioni della vita, anche dove non vi sono leggi, anche in mezzo agli orrori delle rivoluzioni e delle guerre, tanto in grande quanto in piccolo, ogni giorno e ogni ora, l'impulso della compassione eserciti un'attività risoluta e veramente meravigliosa, impedisca ogni giorno numerosi torti, produca buone azioni senza attesa di ricompensa e spesso senza che uno se l'aspetti, e, dove questo impulso, ed esso soltanto, ha esercitato il suo influsso, riconosciamo decisamente, con stima e commozione, il vero valore morale di queste azioni?"
(A. Schopenhauer, Il fondamento della morale)