Ogni cosa e ogni fenomeno
hanno un'origine, una causa, un'azione, di cui sono il prodotto, l'effetto, la
reazione. Schopenhauer distingue:
- chiama CAUSE quelle che producono i fenomeni
meccanici, fisici, chimici: il rapporto tra queste cause e i loro effetti
risponde a leggi precise, di proporzionalità diretta o inversa: se lancio un
sasso con una certa forza, quello cadrà in un certo punto, e se lo lancio con la
stessa traiettoria e con una forza doppia quello cadrà in un altro punto più
lontano, calcolabile, e posso anche partire dalla distanza in cui cade il sasso
per risalire alla forza che ho applicata;
- chiama STIMOLI quelli
che producono fenomeni la cui intensità non è proporzionale all'intensità dello
stimolo; "... un piccolo aumento dello stimolo può provocarne uno assai
grande nell'effetto o anche, all'inverso, può annullare del tutto l'effetto
precedente... tutti i cambiamenti propriamente organici e vegetativi del corpo
animale hanno luogo dunque per impulsi, non per semplici cause." (p 140)
Stimoli sono quelli dell'istinto: "... la volontà opera anche là dove la
conoscenza non la guida, se noi osserviamo da vicino l'istinto e gli impulsi
degli animali. Qui non si considera affatto che essi abbiano rappresentazioni e conoscenza, poiché il fine
a cui essi tendono, proprio come se esso fosse un motivo conosciuto, resta per
loro del tutto sconosciuto; la loro azione, quindi, avviene in tal caso senza
motivo, non è guidata dalla rappresentazione e ci mostra come la volontà agisca
anche senza conoscenza alcuna. (...)... agisce manifestamente la volontà, che
però esplica un'attività cieca, accompagnata bensì dalla conoscenza, ma non
guidata da essa. " (p 139) "... abbiamo considerato l'istinto degli
animali come effettivo anello di congiunzione tra il movimento per stimolo e
l'azione per un motivo conosciuto." (p 141)
- chiama MOTIVI quelli
che producono azioni con una "causalità attraversata dalla
conoscenza".
Uno degli esempi mi ha sorpreso, non solo per la chiarezza. "L'occasione dell'erezione è un motivo, poiché esso è una rappresentazione, che agisce tuttavia con la necessità di uno stimolo: ciò significa che non gli si può opporre resistenza, ma che bisogna rimuoverlo, per neutralizzarlo." (p 141)
(A. Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione, N. C. 2011)
Nessun commento:
Posta un commento