"Vicino al cuore del mistero del mondo deve esserci qualcosa che ha a che fare con il tempo. Niente che sia infinito può essere circoscritto entro i limiti dell'osservazione o dell'esperienza.
Anche lo spazio concepito nel senso comune, come qualcosa che si estende all'infinito in tutte le direzioni, non è un possibile oggetto di osservazione, né di esperienza: è una proiezione, una costruzione, poiché l'esistenza e l'identità reali richiedono limiti.
Spazio e tempo illimitati non sono la realtà data, la realtà di cui abbiamo esperienza.
Cosa sono, dunque?
A me pare che Kant e Schopenhauer forniscano risposte che vanno nella direzione giusta.
Il tempo e lo spazio della realtà da noi esperita, affermano, sono forme della nostra sensibilità, e ci appaiono come dimensioni dell'esperienza. Al di fuori dell'esperienza essi non hanno nessun valore, non avendo nulla da inserire nelle proprie coordinate."
(B. Magee, L'arte di stupirsi)
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