“Di fronte a ogni assurdità che venga detta in pubblico o in
società, oppure compaia nella letteratura e venga bene accolta - o quanto meno non
sia confutata - non si deve disperare e credere che non vi sia ormai più nulla
da fare, ma occorre consolarsi, sapendo che la cosa sarà in seguito gradualmente
ruminata, chiarita, pensata, elaborata, discussa e per lo più infine giudicata
rettamente, tanto che, dopo un certo periodo di tempo, conforme alla sua
difficoltà, alla fine quasi tutti comprendono ciò che l'intelligenza eminente ha subito visto. Frattanto si deve
avere pazienza. Un uomo di retto discernimento in mezzo a individui infatuati assomiglia
infatti a una persona la quale venga a trovarsi, con un orologio che va
perfettamente, in una città dove gli orologi delle torri segnano tutti un'ora
falsa. Egli solo sa l'ora giusta, ma ciò non gli frutta nulla. Tutti quanti si
regolano secondo gli orologi che segnano l'ora falsa, anche coloro cui sia noto
che soltanto il suo orologio segna l'ora esatta.”
(Schopenhauer, Parerga)
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