"Gli eventi del mondo hanno significato non già in sé e per sé, ma solo in quanto essi sono i segni dell'alfabeto mediante i quali si può leggere l'idea dell'uomo. Il tempo non genera alcunché di veramente nuovo e significante, né per esso o in esso qualcosa di effettivamente reale perviene ad esistere; nè il tempo medesimo ha come un tutto principio e fine, norma e sviluppo; né per avventura tende al massimo perfezionamento dell'ultima specie venuta sulla terra.
Negli svariati aspetti della vita umana e nella perenne vicenda degli eventi si deve tener conto essenziale soltanto l'idea nella quale la volontà di vivere trova la sua più compiuta oggettità, e tutti i suoi vari aspetti mostra nelle qualità, nelle passioni, negli errori e nei meriti dell'uman genere - egoismo, odio, amore, paura, audacia, leggerezza, ottusità, astuzia, spirito, genio, etc.- che concorrendo ad incorporarsi in individui svariatissimi, perennemente fanno agire la grande e la piccola storia del mondo. E in ciò è per sé indifferente se codesta storia sia messa in moto da un nonnulla o da corone.
Accade nel mondo come nei drammi di Gozzi, nei quali agiscono sempre gli stessi personaggi, con la stessa intenzione e lo stesso destino: sono bensì diversi in ogni dramma i motivi e gli avvenimenti, ma degli avvenimenti è uno lo spirito. I personaggi d'un dramma nulla sanno di quanto è accaduto in un altro, nel quale tuttavia agivano anch'essi: quindi, malgrado tutte le esperienze dei drammi precedenti, Pantalone non diviene più destro e più generoso, Tartaglia più onesto, Brighella più audace e Colombina più costumata."
(Schopenhauer, Il mondo)
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