La
"suprema dimora della verità" risplende distante, lontanissima,
"inconcepibile nella sua forma, più sottile del sottile", eppure è anche
"qui vicina sulla terra, nascosta nell'intimo per coloro che vedono". Non è possibile raggiungerla con l'occhio, o con gli altri organi di senso, o con l'ascesi e il sacrificio, bensì può essere raggiunta soltanto
"con il pensiero nel quale il respiro è penetrato nelle sue cinque forme".
(Mundaka Upanishad, Upanishad vediche, Tea 1988, p 324)
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