Sentita una conferenza di Massimo Recalcati in cui citava una frase di Deleuze, che scrivo senza nome come se per me fosse un senza bisogno di nome e invece è solo un cognome e poco più, una frase che suona (o qui meglio si presenta, scorre, appare) così: non c'è cosa peggiore che essere prigionieri del sogno di un altro - Recalcati diceva: per esempio una madre, ma non poneva limitazioni a questo "altro" del cui sogno ci si trova prigionieri - "sogno" inteso come cosa molto di veglia, cioè reale di dura realtà percettiva, cioè inteso come insieme di aspettative per cui uno rinuncia a vivere a modo suo per adeguarsi al disegno, al progetto, ai desideri espressi e inesprimibili di un altro.
O di altri: mentre lui parlava ho pensato al "sogno" del gruppo, del collettivo, della società in cui si vive. Il servo s'adegua al "sogno" del padrone: deve mangiare, come il bambino che s'adegua al "sogno" della madre.
Ho puntigliosamente messo le virgolette alla parola sogno che invece, come ho cercato subito di precisare, è cosa di veglia, e questo mi pare di averlo fatto con l'intento di difendere il mio sonno, poiché se i sogni hanno di questi effetti uno può temere d'addormentarsi - invece qui è faccenda di veglia, per cui il bambino e il servo prigionieri del sogno della madre e del padrone potrebbero arrivare a temere di svegliarsi e decisamente preferire l'incoscienza del sonno.
Ma ecco che, esprimendo il possibile intento difensivo delle virgolette alla parola sogno, metto a fuoco che se fosse letteralmente sogno sarebbe il sogno dell'altro, non il mio: quindi potrei tranquillamente addormentarmi, io, piuttosto dovrei evitare in tutti i modi possibili che s'addormenti l'altro. Il bambino e il servo, quindi, dovrebbero evitare in ogni modo possibile che la madre e il padrone s'addormentino, poiché del loro sogno tornerebbero ad essere prigionieri.
Ma essendo "sogno" tra virgolette quello di cui bambino e servo sono prigionieri, cioè non un sogno ma un lunga veglia di infinite giornate di sottomissione, ecco che bambino e servo dovrebbero evitare in tutti i modi che madre e padrone si sveglino.
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