Tanti e tanti anni fa un uomo che poi fu conosciuto come il Buddha pare che se ne andò in giro, nel corso della sua vita, a dire quello che aveva capito della vita. In uno dei suoi discorsi un uomo colpito da una freccia comincia ad urlare in preda all'angoscia e si agita molto: così, fu scritto poi che il Buddha aveva detto, così è come se quell'uomo venisse colpito da due frecce, il dolore fisico e il dolore psichico - il panico e la confusione mentale successivi alla freccia fisica. Inevitabile? Forse, ma non tutti reagiscono con la stessa intensità: alcuni riescono a mantenere lucidità quanto basta, la loro mente riesce a non immedesimarsi totalmente con il dolore fisico, e questo può essere di grande aiuto nel prendere le giuste decisioni.
Ora, a proposito della pandemia da Covid 19 in corso, in analogia con il discorso delle due frecce di Buddha l'infezione fisica è la prima freccia, e la reazione psichica di chi viene a sapere che è positivo con panico totale incontenibile è la seconda freccia. Se il panico viene contenuto e la persona infettata resta lucida e relativamente calma, non c'è seconda freccia. C'è la possibilità che si abbia una reazione di panico anche se si hanno sintomi di tipo influenzale senza aver fatto il tampone, ma mi interessava concentrarmi sulla sequenza delle due frecce, l'infezione virale fisica e la reazione psichica. L'infezione fisica e l'infezione psichica.
Mi pare che la preoccupazione, il timore dell'infezione fisica, la partecipazione al doloroso vissuto collettivo tendono a ribaltare la successione delle due frecce, rendendo la seconda già presente anche in chi non verrà infettato dal virus o nemmeno se ne accorgerà. Almeno in parte, tutti o quasi proviamo una quota di panico, più o meno contenuto nel passare crescente dei giorni. Tutti o quasi siamo infettati psichicamente anche se non saremo mai infettati fisicamente. O, più nobilmente forse, partecipiamo alla reazione psichica della collettività che sta combattendo contro l'infezione virale fisica avvenuta e in corso.
Ora, a proposito della pandemia da Covid 19 in corso, in analogia con il discorso delle due frecce di Buddha l'infezione fisica è la prima freccia, e la reazione psichica di chi viene a sapere che è positivo con panico totale incontenibile è la seconda freccia. Se il panico viene contenuto e la persona infettata resta lucida e relativamente calma, non c'è seconda freccia. C'è la possibilità che si abbia una reazione di panico anche se si hanno sintomi di tipo influenzale senza aver fatto il tampone, ma mi interessava concentrarmi sulla sequenza delle due frecce, l'infezione virale fisica e la reazione psichica. L'infezione fisica e l'infezione psichica.
Mi pare che la preoccupazione, il timore dell'infezione fisica, la partecipazione al doloroso vissuto collettivo tendono a ribaltare la successione delle due frecce, rendendo la seconda già presente anche in chi non verrà infettato dal virus o nemmeno se ne accorgerà. Almeno in parte, tutti o quasi proviamo una quota di panico, più o meno contenuto nel passare crescente dei giorni. Tutti o quasi siamo infettati psichicamente anche se non saremo mai infettati fisicamente. O, più nobilmente forse, partecipiamo alla reazione psichica della collettività che sta combattendo contro l'infezione virale fisica avvenuta e in corso.
Non so bene a cosa porta questo pensiero: il corpo può essere infettato dal virus, la mente no - il cervello, può essere infettato - i miei pensieri, la mia mente no. Cosa è? Il mio orgoglio, la mia arroganza di umano a non arrendersi ad un virus, per cui gli dico: hei, tu, puoi farmi paura, puoi infettarmi il corpo, puoi far vacillare la mia mente ma non riuscirai a... Non so cos'è questo pensiero che tende a separare il corpo dalla mente quanto basta per non immedesimarsi nel dolore della prima freccia. Però, mica male, a riuscirci, mi pare.
Nessun commento:
Posta un commento