lunedì 25 marzo 2013

Scusi, non l'avevo vista


 Pensavo a quello che scrive Schopenhauer sulla "volontà". Mi sembrava di capire quello che scrive, ma dovevo fare attenzione al termine "volontà", che avvertivo avere una sua tendenza a portarmi via, forse - qui il forse è necessario doppio - da quello che forse capisco. Quella "percezione", quella realtà "percepita"  che lui chiama "volontà", se è, se esiste, se ha consistenza e centralità così generale e immediata, l'uomo la ha sentita, percepita, avvertita, capita in giro per il mondo nel corso della sua esistenza come specie, ed è stata certamente detta da qualcuno di quelli portati a dire oltre che sentire.
Già mentre leggevo e poi riportavo qui alcuni passi nel post precedente mi era venuto in mente, a proposito della "volontà" di Schopenhauer, quello che Matte Blanco diceva dell'inconscio, e corrisponderebbe agli strati più profondi - e questa è prima associazione che deriva dai miei interessi nell'ambito della psicoanalisi. Poi mi si è affacciata anche l'idea che abbia a che fare con il Tao, la "via" indicibile;  anche, ho pensato all'energia, l'energia nella materia e l'identità di energia e materia; anche, il pensiero che la "volontà" come la intende Schopenhauer è sovrapponibile a una certa idea che alcuni uomini hanno chiamato "dio".
E' l'essere stesso, il tutto nel suo scorrere, quindi anche il nostro essere, e noi, da quello che scrive Schopenhauer, siamo in grado di sentirlo, conoscerlo con immediatezza, in noi stessi, nel metterci in relazione con il nostro corpo?


Chi ha fatto la voce "Il pensiero di Schopenahuer" in Wikipedia scrive:

 "La radice noumenica del nostro io è la volontà: noi siamo volontà di vivere, un impulso irrazionale che ci spinge, malgrado noi stessi, a vivere e ad agire.
La materialità dell'io, la sua attività («l'azione del corpo non è che l'atto della volontà oggettivato») ci mostra due facce diverse:
  -  una esteriore, quella che si offre alla rappresentazione per cui esso appare corpo
  -  una interiore per cui esso si svela come tendenza, sforzo, brama di vivere, volontà di vivere...


La volontà esula dal fenomenico quindi essa è: 
 - inconscia, infatti è più un impulso, è un'energia piuttosto che volontà cosciente; 
unica, perché non essendo fenomeno ma essenza della realtà, stando al di fuori dello spazio e del tempo si sottrae al principium individuationis
eterna, cioè senza principio né fine, perché al di là del tempo; 
incausata, poiché è unica quindi oltre la categoria di causa; 
irrazionale, poiché la ragione esiste solo nel mondo della rappresentazione. Essa infatti non persegue nessuno scopo fenomenico se non quello di accrescere se stessa."

Nessun commento:

Posta un commento