"Se da un punto di vista molto elevato possiamo scorgere una
giustificazione dei dolori dell'umanità, questa tuttavia non si estende agli
animali, le sofferenze dei quali sono in gran parte occasionate dall'uomo, ma spesso
anche senza la sua collaborazione sono notevoli. Si pone, allora, la domanda: a
che scopo questa volontà tormentata, angosciata in mille forme, senza la
libertà della redenzione condizionata dalla riflessione?
Il dolore del mondo degli animali si giustifica solo se si
considera che la volontà di vivere, non trovandosi nel mondo dell'apparenza
null'altro al di fuori di essa ed essendo volontà affamata, è costretta a
divorare le sue stesse carni. Donde la successione delle sue apparenze, delle
quali ognuna vive a spese delle altre."
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