Secondo la legge d’inerzia, “… se un corpo ha assunto una
volta un movimento, non vi è tempo che sia in grado di toglierglielo o soltanto
di diminuirlo: esso è in assoluto senza fine, salvo che non intervengano in
contrario cause fisiche: proprio come un corpo in quiete rimane tale in eterno
se non intervengono cause fisiche a porlo in movimento.”
La materia mostra dunque nell'inerzia“…
la sua assoluta indifferenza rispetto alla quiete e al moto”, indifferenza che
si manifesta nel fatto che la materia è “… tanto disposta a volare per
l'eternità quanto a rimanere in quiete per l'eternità.”
“Lo spazio e il tempo non ineriscono alla
cosa in sé ma piuttosto le sono del tutto estranei: essi perciò non sono venuti
da ciò che appare nell'apparenza, bensì sono venuti dall'intelletto che concepisce
l'apparenza, al quale intelletto essi appartengono
come sue forme.”
Spazio e tempo, quindi, non stanno lì fuori, nel mondo,
bensì nel nostro intelletto, nella nostra unica possibilità di percepire
il mondo e rappresentarcelo. Il tempo esiste nella nostra mente, non nella realtà materiale che noi percepiamo.
"Chi vuole avere una viva intuizione della qui citata legge
dell'inerzia, si immagini di trovarsi al confine del mondo davanti allo spazio vuoto e di scaricare
in esso una pistola. La palla volerà, in direzione immutata, per tutta l'eternità:
non vi saranno miliardi di anni di volo che la stanchino, non le mancherà mai
lo spazio per volare ancora né avrà fine il tempo a ciò necessario.
Io penso che qui si colga in modo eccezionale la fantasmagoria cerebrale dell'intera questione.”
Io penso che qui si colga in modo eccezionale la fantasmagoria cerebrale dell'intera questione.”
(Schopenhauer, Parerga)
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