"Nessuno ha una vera, vivente persuasione della certezza della propria morte, perché altrimenti non vi potrebbe essere una così grande differenza tra la sua disposizione d'animo e quella di un condannato a morte: l'uomo, pur riconoscendo quella certezza in astratto e teoricamente, la mette in disparte come altre verità teoriche, inservibili nella pratica, senza punto accoglierla nella sua vivente conscienza."
(Schopenhauer, Il mondo)
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