"Il concetto del
nulla è essenzialmente relativo, e si riferisce sempre ad alcunché di
determinato, ch'esso nega. Codesta relatività fu attribuita (specie da Kant)
soltanto al nihil privativum, indicato col segno - in opposizione al segno +;
il qual segno -, capovolgendo il punto di vista, poteva diventare +; e in
contrasto con quel nihil privativum, si stabilì un nihil negativum, che fosse
il nulla sotto tutti i rapporti, per esempio, del quale si cita la
contraddizione logica, distruggente se stessa. Ma, guardando più da vicino, un
nulla assoluto, un vero e proprio nihil negativum non si può neppure
immaginare: ogni nihil negativum, guardato più dall'alto o sussunto ad un più
ampio concetto, rimane pur sempre un nihil privativum.
Ciascun nulla è pensato come tale solo in rapporto a qualche cosa, e
presuppone codesto rapporto, ossia quella cosa. Perfino una contraddizione
logica è un nulla relativo. Non è un pensiero della ragione, ma non perciò è un
nulla assoluto: essa è un'accozzaglia di parole, è un esempio del non
pensabile, di cui nella logica si ha bisogno per mostrar le leggi del pensare:
quindi, allorché si ricorre con quel fine a un esempio siffatto, si bada
all'insensato, che è la cosa positiva di cui si va in cerca, trascurando il
sensato, come negativo.
Così dunque ogni nihil negativum, o nulla assoluto, quando venga
subordinato a un concetto più alto, apparirà sempre qual semplice nihil
privativum, o nulla relativo, che può sempre scambiare il suo segno con ciò
ch'esso nega, sì che questo diventi a sua volta negazione, ed esso viceversa
diventi posizione. Ciò ch'è universalmente ammesso come
positivo, che noi chiamiamo l'ente, e la cui negazione è espressa dal concetto
del nulla nel suo significato più universale, è appunto il mondo della
rappresentazione, specchio della volontà. E questa volontà e questo mondo sono
poi anche noi stessi, e al mondo appartiene la rappresentazione in genere, come
una delle sue facce: forma di tale rappresentazione sono spazio e tempo, quindi
ogni cosa, che sotto questo riguardo esista, deve essere posta in qualche luogo
e in qualche tempo.
Negazione, soppressione, rivolgimento
della volontà è anche soppressione e dileguamento del mondo, ch'è specchio di
quella. Se non vediamo più la volontà in codesto specchio, invano ci
domanderemo dove si sia rivolta; e lamentiamo allora ch'ella non abbia più né
dove né quando, e sia svanita nel nulla. Un punto di vista invertito, qualora
fosse possibile per noi, scambierebbe i segni, mostrando come nulla ciò che per
noi è l'ente, e quel nulla come l'ente.
Ma, finché noi stessi siamo la volontà
di vivere, il nulla può esser conosciuto da noi solo negativamente, perché
l'antico principio d'Empedocle, potere il simile esser conosciuto soltanto dal
simile, ci toglie qui ogni possibilità di conoscenza; come viceversa poggia su
quel principio la possibilità di tutta la nostra conoscenza reale, ossia il
mondo come rappresentazione: il mondo è l'autocognizione della volontà.”
(Schopenhauer, Il mondo)
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