giovedì 28 marzo 2013

Il visibile e l'immaginabile






Sostituendo il termine "volontà" con quello di "energia", quello che scrive Schopenhauer può essere letto così: non soltanto negli esseri umani e negli animali possiamo riconoscere quella stessa energia di cui possiamo avere conoscenza in relazione al nostro corpo, e pensare che quella stessa energia è la loro intima essenza come lo è per il nostro corpo: la riflessione continuata ci porterà a conoscere "... anche la forza che fermenta e vegeta nella pianta, persino la forza in virtù della quale il cristallo si forma; quella che volge l'ago della bussola verso il polo Nord, quella per cui si prende la scossa al contatto di metalli eterogenei; quella che nelle affinità elettive degli elementi si manifesta come fuga e ricerca, separazione e congiunzione; infine addirittura la gravità, che agisce tanto potentemente in ogni materia e attira la pietra verso la terra e la terra verso il sole; tutte diverse soltanto nell'apparenza fenomenica, ma identiche secondo la loro intima essenza..." come quella cosa a noi nota così intimamente, in modo immediato e meglio di ogni altra - che Schopenhauer chiama volontà, termine che può attirarci verso ambiti di significato che rendono le sue affermazioni meno facili da capire di quando si sostituisce il termine volontà per esempio con quello di energia. "Essa è la parte più intima, il nucleo di ogni singolo essere e, allo stesso modo, della totalità. Essa si manifesta in ogni forza cieca della natura e anche nell'azione ponderata dell'uomo: la grande diversità fra le due, tuttavia, riguarda soltando il grado dell'apparenza fenomenica, non già l'essenza di ciò che appare."

(A. Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione, N.C. 2011 pp 134-135)

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