venerdì 15 marzo 2013

Tra lago e mare

Castel Gandolfo. Qui sotto, nella foto, il lago Albano. Più propriamente che "di Albano": il lacus albanus era così chiamato dai tempi di Alba Longa. Detto anche lago di Castel Gandolfo, che è la cittadina che si vede in foto - con la sede papale: si capisce qual'è, non è una delle tante case. E' lago vulcanico, il lago vulcanico più profondo d'Italia. Ricordo quell'uomo che incontrai in una sala d'attesa a Genzano che mi parlava del figlio geologo e delle ricerche fatte con il batiscafo Trieste per arrivare a toccare il fondo del lago, senza esito: il Trieste era arrivato a toccare il fondo della fossa delle Marianne a undicimilacinquecento metri ma non toccò mai il fondo del lago albano - lo dovettero riportare su prima che scendendo ancora si perdesse per sempre negli imi misteriori di quell'acqua apparentemente cheta. "Se la terra ha un centro, il lago ci arriva." mi disse accostandosi di più al mio viso. Un favola, mi raccontava, che di favole da quel luogo e di quel luogo ne vengono raccontate tante in giro per il mondo. Si sa, comunque, che è il lago vulcanico più profondo d'Italia: centosettanta metri, dicono. Il lago albano non ha emissari. Quello artificiale ho letto che non funziona più. Ricordo, qualche anno fa, le foto delle centinaia e centinaia di pesci, alcuni enormi, venuti a galla morti chissà per quale motivo. Forse per qualche velenoso inquinamento. "Va a sapere..." aggiungeva un mio cugino che abita tra Castel Gandolfo e Albano. Comunque, non acque tranquille, ecco. Non acque pulite, certamente. E lassù, nella foto, sotto il cielo, si vede il mare. Pure quello, si sa, con gravi problemi di inquinamento. Però, mare. Altro colore, altri spazi. L'uomo inquina tutto. Ma una differenza ci sarà, tra lago e mare.

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