giovedì 11 aprile 2013

Ci si potrebbe meravigliare


"Ci si potrebbe meravigliare che la natura non dimentichi le proprie leggi neppure una sola volta... anche ora, se le condizioni concorrono per opera nostra o per puro caso (dove la puntualità mediante ciò che è inaspettato è tanto più sorprendente), oggi, come mille anni fa, compare subito e senza indugio il medesimo fenomeno. Questa meraviglia la avvertiamo nel modo più vivo in fenomeni rari, che si verificano solo in condizioni molto costruite, in presenza delle quali, però, essi sono annunciati in anticipo... E' quindi l'onnipresenza delle forze naturali che ci sorprende, e ciò che non ci viene più in mente nei fenomeni quotidiani lo osserviamo qui: come, cioè, la relazione fra causa ed effetto sia propriamente tanto misteriosa quanto quella di cui si fantastica fra una formula magica e lo spirito che compare evocato necessariamente da questa... Se, dico io, in questa conoscenza ci è chiaro l'intimo significato della lezione di Kant, secondo la quale lo spazio, il tempo e la causalità non spettano alla cosa in sé bensì soltanto al fenomeno, che essi sono soltanto forme della nostra conoscenza, non qualità della cosa in sé, allora vedremo che quella meraviglia di fronte alla regolarità e alla puntualità di azione di una forza naturale, alla perfetta eguaglianza di tutti i suoi milioni di fenomeni, alla infallibilità della loro comparsa, è in realtà da paragonare alla meraviglia di un bambino o di un selvaggio che, osservando per la prima volta un fiore attraverso un cristallo con molte sfaccettature, si stupisce per la perfetta uguaglianza degli innumerevoli fiori che lui vede e conta i singoli petali di ciascuno di essi." (p 159)

(A. Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione, N.C. 2011)

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