venerdì 12 aprile 2013

Il fabbro, l'incudine e il martello


Se la scienza credesse che il suo scopo sia negare tutte le forze originarie, se, dunque, scrive Schopenhauer, la scienza pensasse di poter spiegare tutto a partire da una forza fisica, meccanica, chimica, elettrica, allora "... un esercizio di calcolo finirebbe per risolvere l'enigma del mondo."  "Continuano a fare la stessa cosa i fisiologi elettrici, chimici e meccanici, che vogliono ostinatamente spiegare l'intera vita e tutte le funzioni dell'organismo partendo dalla forma e dalla mescolanza delle sue parti costitutive... il calore e l'elettricità sarebbero in realtà la cosa in sé e il mondo animale e vegetale la sua manifestazione."
Mi è tornato in mente quel primario di medicina che ogni tanto mi diceva: "C'è poco da fà: noi semo chimica, semo chimica!" e gli vedevo negli occhi stupore e timore, che tutto si risolvesse così, che questa spiegazione di tutto e non soltanto di una parte o un aspetto dei fenomeni lo murasse vivo nella materia, lo sprofondasse nella pietra del pavimento su cui poggiavamo i piedi - calma, caro, scrive Schopenhauer, le tue conclusioni sono affrettate, è un errore e una forma di arroganza pensare "... che l'organismo sia soltanto un aggregato di fenomeni di forze fisiche, chimiche e meccaniche che, incontratesi qui accidentalmente, avrebbero dato origine all'organismo come un capriccio della natura privo di ulteriore significato." - per cui, caro, "... l'applicazione all'organismo di tipi di spiegazione fisici e chimici può essere consentita e utilizzata solo entro certi limiti, in quanto l'energia vitale sfrutta e utilizza certamente le forze della natura inorganica, ma non consiste affatto di esse, così come il fabbro non consiste di incudine e martello." (p 168)

(A. Schopenhauer, Il mondo come volotà e rappresentazione, N.C. 2011)

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