domenica 5 maggio 2013

Oltre quel confine


Lo "stato d'animo" di cui sta scrivendo Schopenhauer può realizzarsi davanti a qualsiasi oggetto: "Ce lo mostrano quegli eccellenti olandesi che rivolsero tale intuizione puramente oggettiva agli oggetti più insignificanti e nella natura morta posero un monumento stabile della loro obiettività e della loro pace interiore..." e chi guarda quei quadri capisce "lo stato d'animo tranquillo, silenzioso, libero dalla volontà, dell'artista", stato d'animo necessario per "intuire in modo così obiettivo cose talmente insignificanti, contemplare con tanta attenzione e riprodurre questa intuizione con tanta precisione." "Tanto può la forza interiore di un'anima di artista", ma lo stato d'animo che ci sta indicando Schopenhauer è facilitato "dalla ricchezza della bella natura, che invita e anzi costringe alla sua contemplazione: essa, quando si rivela d'un tratto al nostro sguardo riesce quasi sempre a strapparci, sia pure per qualche attimo, alla soggettività, alla schiavitù della volontà e trasferirci nello stato di pura conoscenza; perciò, anche chi è tormentato dalle passioni o dalla miseria o dalle preoccupazioni sarà in tal modo confortato, rasserenato e rinfrancato da un solo libero sguardo sulla natura... poiché nel momento in cui noi, strappati dal volere, ci siamo abbandonati alla conoscenza pura priva di volontà, siamo in qualche modo entrati in un altro mondo. Quell'affrancarsi della conoscenza ci solleva al di sopra del tutto, proprio nella stessa, piena misura del sonno e del sogno... Noi esistiamo soltanto come quell'UNICO occhio del mondo, che guarda da tutti gli esseri conoscenti... né la felicità né la disperazione ci accompagnano oltre quel confine: tanto ci è costantemente vicino un terreno nel quale noi sfuggiamo completamente a tutte le nostre pene." (p 224)

(A. Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione, N.C. 2011)


Nessun commento:

Posta un commento