giovedì 2 maggio 2013

Quando le nuvole si muovono


L'uomo di genio, l'artista, dunque, scrive Schopenhauer, esercita una capacità che abbiamo tutti, anche se poi non tutti mettiamo in atto questa capacità di sguardo, anzi, molti di noi vanno in automatico pragmatico/funzionale per tutta la vita adulta, macchine in un meccanismo universale - la capacità di guardare un qualsiasi oggetto del mondo diversamente da come siamo abituati a guardare, e di arrivare a vederlo al di fuori del suo contesto di relazioni temporali, spaziali, causali - guardare senza quando, dove, perché, a che scopo, da cosa viene e verso cosa va, e vedere soltanto "il che cosa", quella cosa, quella realtà, con stupore, e in ciò, in questo sguardo che vede con incanto, senza fretta, cogliere l'essenza di ciò che guardiamo - Schopenhauer questa essenza la chiama idea, e usa questo termine per indicare una proprietà che sta nelle cose e si manifesta sempre imperfettamente, poiché il mondo è il risultato di forze in gioco incessante di contrapposizione, lotta, tensione evolutiva che si manifesta nelle sue infinite forme, nelle quali forme - il mondo come lo vediamo - è sempre visibile, in gradi diversi, l'imperfezione, ma, quando guardiamo in modo diverso da quello funzionale e automatico che ci permette di vivere la nostra complessa quotidianità, possiamo cogliere la perfezione verso cui ogni realtà tende - la sua essenza, l'idea, secondo Schopenhauer: ricordo un passaggio in cui mi aveva fatto capire cosa intende con questo termine - non lo cerco, lo dico così: guardando l'acqua di un torrente che scorre impetuoso verso valle, se guardo abbastanza a lungo con sguardo disinteressato, estetico, a un certo punto colgo qualcosa dell'acqua che scorre verso il basso che... no, non lo so ridire - lo cerco: "Per il torrente, che corre in giù sulle pietre, i gorghi, le onde, le formazioni schiumose che forma sono indifferenti ed inessenziali; il fatto che esso segua la gravità e si comporti come un liquido anelastico, completamente spostabile, informe, trasparente: questa è la sua essenza, questa è l'idea, se INTUITIVAMENTE conosciuta; quelle forme sono soltanto per noi, finché conosciamo come individui." E, visto che ci sono, riporto anche il passaggio che lo precede: "Quando le nuvole si muovono, le figure che esse formano non sono ad esse essenziali, sono ad esse indifferenti; ma che esse, come vapore elastico, siano compresse, allontanate, lacerate dall'urto del vento: questa è la loro natura, è l'essenza delle forze che in loro si oggettivano, è l'idea; le figure che appaiono di volta in volta esistono soltanto per il singolo osservatore." (p 208)

(A. Scopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione, N.C. 2011)


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