sabato 22 giugno 2013

Test per capire se sei cattivo


"Quando un uomo, non appena ve ne sia l'occasione, e non sia trattenuto da una forza esterna, è sempre incline a commettere ingiustizie, noi lo chiamiamo cattivo." 

Ci dobbiamo mettere d'accordo su cosa definiamo ingiustizia, scrive Schopenhauer. Lui usa questo criterio: ciascuno di noi ha volontà di vivere istintiva, corporea, ma l'uomo cattivo "... non soltanto afferma la volontà di vivere così come essa si manifesta nel suo corpo, ma arriva al punto da negare la volontà di vivere degli altri, pretende che le loro forze si mettano al servizio della sua volontà e, se essi si oppongono, cerca di cancellare la loro esistenza
Due cose sono qui subito evidenti: 
- in primo luogo che in un tale uomo si manifesta una volontà di vivere che va ben oltre l'affermazione del proprio corpo, e 
- in secondo luogo che la sua conoscenza è saldamente ancorata alla differenza totale tra la propria persona e tutte le altre, del tutto indifferente al benessere degli altri il cui essere gli è completamente estraneo, separato dal proprio da una larga frattura. 
Questi sono i due elementi fondamentali del carattere malvagio."

(A. Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione)


Noto il ritorno di un problema di distinzione verbale che riguarda l'indifferenza.
Per indifferenza intendiamo generalmente quella emotiva, per cui se sono indifferente alla sorte di un moscerino, lo posso schiacciare senza problemi. E' indifferenza emotiva in una condizione mentale di netta differenza cognitiva di identità tra me e il moscerino. Quella che noi generalmente chiamiamo indifferenza è in realtà conseguente ad una netta differenziazione.
La differenza cognitiva apre la porta alla indifferenza emotiva, e il massimo dell'indifferenza emotiva va a braccetto con il massimo della differenza cognitiva. Questo Schopenhauer lo aveva capito bene.


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