lunedì 26 agosto 2013

Caro Luciano



mi hai scritto, in un commento: "Mio padre una volta mi disse: fai del bene e scordati, fai del male e pensaci."
Ti ho risposto che è un modo efficace di dire quello che Schopenhauer intende per azione morale genuina, dimenticare il bene che si fa all'altro, e penso che questo dimenticare, questo scordarsi, lo si debba estendere al momento stesso in cui si fa il bene, e forse anche a prima - cioè ne è la premessa.

Per Schopenhauer si compie un atto morale non per ricordare, raccontare, farsene una medaglia, aggiungere a un curriculum, collezionare punti, presentare prima o poi il conto, magari in una vita successiva alla morte, o perché c'è sempre un occhio che ci vede per cui è meglio fare del bene qui e là almeno fin dove ci sono le telecamere e se poi è un occhio onnipresente ragazzi è proprio dura...

Anzi, per un'azione morale genuina, devi quanto basta dimenticare te stesso, il tuo Io, trovare in te non solo il solito ME-IO-ME molto ben differenziato dal resto del mondo, ma anche l'altro, quello lì fuori, che in quel momento senti come se fosse te stesso, e provi per lui, o chiaramente lei, l'attenzione percettiva e affettiva che riservi di solito solo a te stesso.

Alto assai è il muro che si supera, in quei momenti, tra se stessi e il resto del mondo.
Un muro peggio di quello che fu a Berlino, o il muro tra Israeliani e Palestinesi - il vero muro del pianto? chissà, comunque alto assai, questo muro invisibile, a volte con tanto di fossato e coccodrilli!

Ci sono persone che sembra che vivano sempre nello stato di grazia che Schopenhauer ritiene necessario per l'atto veramente morale - sembra che, figurati, tra loro e il resto del mondo è banchetto continuo, festa giorno e notte tutti i giorni tutto l'anno, una comunità felice, senza scopi di lucro, una onlus sorridente full-time io-e-il-mondo-siamo-pappa-e-ciccia! - poi, vai a vedere bene, non credo che Schopenhauer esageri sulla rarità dei veri atti altruistici, del vero voler bene - volere il bene dell'altro, questo significa voler bene - il vero atto morale: il superamento dell'egoismo, che pure è necessario per vivere.

Fai del bene e dimenticalo, poi.  Non solo poi: anche mentre, anche prima di farlo.
E', anche, una condizione che precede e sta nel modo stesso in cui fai del bene.
Riesci a fare del bene senza scopi egoistici nascosti solo se sei in grado, in certi momenti, di dimenticare quanto basta te stesso - solo così riesci a trovare davvero l'altro, a sentirlo, a vederlo non attraverso le solite sbarre del castello fortificato dell'Io.

Le parole di tuo padre mi hanno aiutato a capire meglio questa cocciuta, puntigliosa analisi dell'atto genuinamente morale fatta da Schopenhauer. E mi hanno ricordato le parole di uno psicoanalista che diceva che per ascoltare veramente l'altro occorre mettersi in un assetto così definibile: senza memoria e senza desiderio. Senza memoria e senza desiderio? E che vuol dire? Come è possibile?
Secondo me tuo padre non si sarebbe meravigliato a sentir dire: senza memoria e senza desiderio. Avrebbe capito subito.


1 commento:

  1. Si, avrebbe capito certamente subito, spesso gli sentivo dire: mai cercare il passato nel presente.

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