venerdì 27 settembre 2013

L'ho letto, da qualche parte


Non ricordo dove, l'ho letto, ma saranno una decina di anni che quelle parole mi tornano ogni tanto in mente. Se non ricordo male, doveva essere la traduzione di una delle Upanishad. Diceva - questo lo ricordo bene: l'universo è il sogno di tutti gli esseri viventi che stanno dormendo. Parole che fanno un effetto simile a quelle del racconto famoso del sogno di Zuang-zi, il quale, dopo aver sognato nel sonno di essere una farfalla che volava felice, nella confusione del risveglio si chiede se è Zuang-zi che ha smesso di sognare di essere una farfalla oppure se è una farfalla che ha cominciato a sognare di essere Zuang-zi.

Se la confusione di Zuang-zi non fosse stata transitoria, avrebbe avuto qualche problema. Lo stato di veglia è ben diverso da quello del sonno: la percezione del sogno, vissuta tale e quale nella veglia, ci porterebbe a perdere le coordinate spazio-temporali che ci permettono di conoscere e muoverci in modo adeguato nel mondo, con uno spazio in cui gli oggetti si dispiegano e un tempo in cui si sviluppano gli avvenimenti. Il fatto che nella veglia viviamo momenti particolari in cui si affaccia la modalità percettiva onirica fa pensare che questa modalità non scompaia del tutto nella veglia, così come molti aspetti del sogno derivano dalla vita della veglia. Ma noi viviamo due diverse avventure, quella della veglia e quella del sogno, e se quella del sogno invade quella della veglia cominciamo a dire e fare cose strane, per quelli che sono svegli.

L'universo è la percezione di tutti gli esseri sensibili che lo stanno percependo sia da svegli che, in parte, dormendo. Percezione non solo visiva, intendo. E comprende gli stessi esseri che lo stanno percependo. Anche quelli che dormono hanno una percezione attiva dell'ambiente in cui stanno dormendo del tipo di quella della veglia. E la percezione del sogno sognato? Che dice, dell'universo?

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