mercoledì 16 ottobre 2013

Savonarola era vegetariano?


Leggo su Wikipedia che i mangiatori soltanto di vita vegetale hanno una nobile storia.

"Le prime testimonianze attendibili di una pratica vegetariana risalgono all'incirca al VI secolo a.C. e sono associate alla nascita dei primi grandi movimenti religiosi: l'Induismo, in cui si trovano molti argomenti e pratiche a favore del vegetarianismo; lo Zoroastrismo, sorto nell'antica Persia (attuale Iran) e poi diffusosi e affermatosi in tutta l'Asia centrale e basato sugli insegnamenti del profeta Zoroastro (o Zarathustra), vegetariano e contrario ad ogni genere di azione violenta; il Giainismo, sorto in India e basato sugli insegnamenti di Mahavira, che proponeva ai fedeli un'alimentazione strettamente vegetariana; il Buddismo, nato anch'esso in India sotto la guida di Buddha, che esortava al rispetto per tutti gli esseri senzienti e la difesa della vita; il Taoismo, sviluppatosi in Cina grazie all'opera di Laozi, che considerava la natura come sacra, una concezione che favorì il diffondersi di abitudini vegetariane presso molti suoi seguaci."

Nobile storia che confermerebbe quello che scriveva Schopenhauer - alcuni passi significativi li ho riportati su questo blog: la sensibilità verso la sorte dei "fratelli animali", come lui li chiamava, è stata vissuta in Oriente più che in Occidente, dove il cattolicesimo ha agito da immensa fetta di prosciutto sugli occhi della gente. Probabilmente è proprio questa cecità crociata che impedisce di prendere atto del fatto - vedere come stanno le cose, poi uno decide cosa fare.
E' che siamo fatti così: le cose non le vediamo se inconsciamente sappiamo che il vederle ci comporterebbe decisioni che non vogliamo prendere - passiamo subito alle conseguenze, in corto circuito, non facciamo il passo che ci porta alla visione di come stanno le cose, per poi, da lì, decidere, di pensiero consapevole, cosa fare, a modo nostro - no, ci fermiamo prima di porvi lo sguardo davvero, per vedere, per sapere. Scansiamo la cosa con mani magiche anche quando la cosa ci sta sotto il naso, o ci siamo immersi fino al collo. E ci incazziamo assai se qualcuno ci stuzzica sulla cosa evitata - gli facciamo subito guerra. La cecità mentale non si tocca, come i fili dell'alta tensione, e questo accade perché il cieco mentale è sicuro che vedere significa fare nell'attimo stesso in cui avviene la visione - ed è un fare che non gli piace per niente, anzi.
La cecità crociata è portata alle oscillazioni da un eccesso all'altro. Lo vedo, Savonarola convertito al vegetarianesimo monacale, gridare dal suo pulpito:"Mangiatori d'animali di tutto il mondo, punitevi!".

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