lunedì 12 maggio 2014

Punitori di se stessi


"Una volta che è capitata una sventura e non ci si può fare più nulla, non concedersi nemmeno il pensiero che le cose potrebbero andare diversamente. Altrimenti si è un eautontimorumenos (punitore di se stesso, Terenzio). Ma quest'altra possibilità inversa, tramite l'autopunizione, ha l'utilità di renderci più prudenti per la prossima volta."

(Schopenhauer, Massime)

La ripetizione nell'immaginazione di una situazione traumatica vissuta in passato senza che questa ripetizione porti al suo superamento, alla sua elaborazione, è ossessività masochistica, diceva Freud, manifestazione dell'istinto di morte. Insomma, autodistruttività.
E' successo, non posso farci niente.
Ci sarebbe da distinguere tra due situazioni: non potevo e non posso farci niente, oppure: potevo fare qualcosa, allora, sul momento, e non l'ho fatto, e ora non posso farci niente.
Anche sul non poter far niente oggi: non posso fare niente perché ormai la cosa è avvenuta, è andata così ed è finita malamente, allora; oppure: non posso farci niente perché ormai la situazione, da allora, è cambiata negativamente e non posso più tornare a come era precedentemente.

Mettiamo che mi è accaduta qualcosa e avrei potuto reagire diversamente da come ho reagito, e dopo, oggi, ci ripenso e ogni volta che ci ripenso mi sento male, infastidito assai dalla mia reazione di allora: so che sono capace di reagire diversamente da come ho reagito, sta nelle cose, ma non l'ho fatto, mi sono fatto sorprendere come uno sciocco sprovveduto. Se in qualche modo ho subìto una violenza, la ho permessa. Chi mi ha fatto violenza non è più presente, ma io che la ho permessa sì, sono presente.
Ora, se mi fermo a questo, rischio di entrare nell'ossessività autodistruttiva, divento un "punitore di me stesso" e la punizione può debordare di misura rispetto alla gravità del mio comportamento - per esempio, posso farne una nascosta malattia, una ferita pericolosa.
Ma se prendo atto che la mia reazione non è stata all'altezza delle mie reali capacità, posso analizzare le caratteristiche di quella situazione, posso scoprirne aspetti che imparo a temere ed evitare. E posso confermare a me stesso la necessità di star sveglio, di non andare in giro con automatismi da falso Sé.


 

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