sabato 7 giugno 2014

La natura e i poeti



“La natura non si comporta come i cattivi poeti, i quali, dipingendo dei furfanti e dei buffoni, si mettono all'opera con tanta goffaggine e intenzionalità, da far scorgere per così dire dietro a ogni personaggio il poeta stesso, che sconfessa continuamente i sentimenti e i discorsi di costoro, esclamando con voce ammonitrice:  <questo è un furfante, questo è un pazzo; non date alcun peso a quanto egli dice>. La natura invece fa come Shakespeare e Goethe, nelle cui opere ogni personaggio, fosse anche il diavolo, fa valere pienamente, mentre si presenta e parla, le sue ragioni. Ogni personaggio infatti è in tal caso concepito oggettivamente, a tal punto che noi siamo attratti a diventarne partecipi: esso si è sviluppato, come le opere della natura, da un principio interno, attraverso il quale le sue parole e le sue azioni si presentano come naturali, e quindi come necessarie. Chi si attende dunque che nel mondo i diavoli si facciano vedere con le corna, e i buffoni con i sonagli, sarà sempre loro preda o loro zimbello.”

(Schopenhauer, Parerga)

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