domenica 26 ottobre 2014

Cosa impossibile

"Il rimorso non proviene mai da un cambiamento della volontà (cosa impossibile), bensì della conoscenza. Non posso quindi pentirmi mai di ciò che ho voluto, ma posso bensì di ciò che ho fatto; perché, guidato da falsi concetti, ho fatto cose non conformi alla mia volontà. L'accorgersene, in grazia di più esatta conoscenza, costituisce il rimorso.

Posso per esempio aver agito con più egoismo di quanto sia conforme al mio carattere, fuorviato da esagerate rappresentazioni della necessità in cui mi trovavo, o anche dall'astuzia, falsità, malvagità altrui, o anche dalla mia precipitazione, cioè mancanza di riflessione, determinato da motivi non chiaramente conosciuti, sotto l'influenza del presente e della commozione che ne risultò: così forte, che a dir  vero non possedevo più l'uso della mia ragione. In questo caso, il ritorno della riflessione non è se non rettificata conoscenza, dalla quale può sorgere rimorso, che poi si manifesta nel rimediare al mal fatto, fin dove sia possibile.


Va tuttavia osservato, che per illudere noi stessi ci predisponiamo apparenti precipitazioni, le quali in realtà sono atti meditati in segreto. Perché nessuno inganniamo e lusinghiamo con sì fini artificii quali usiamo per noi medesimi. 


Può darsi anche il caso opposto: un eccesso di fiducia verso altri, o ignoranza del valore relativo da attribuire ai diversi beni della vita, o un qualsiasi dogma astratto, al quale io cessi poi di prestar fede, possono avermi indotto ad agire con meno egoismo di quanto il mio carattere richieda, preparandomi così rimorso d'altra natura.


Sempre è dunque il rimorso rettificata conoscenza del rapporto tra l'azione e il vero e proprio intento."


(Schopenhauer, Il mondo)
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... per illudere noi stessi ci predisponiamo apparenti precipitazioni, le quali in realtà sono atti meditati in segreto.

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