mercoledì 8 ottobre 2014

e il nuotar m'è dolce in questo mare

"La genialità è l'attitudine a contenersi nella pura intuizione, a perdersi nell'intuizione, e la conoscenza, che in origine esiste soltanto in servizio della volontà, sottrarre a codesto servizio; ossia il proprio interesse, il proprio volere, i propri fini perdere affatto di vista, e così spogliarsi appieno per un certo tempo della propria personalità per rimanere alcun tempo qual puro soggetto conoscente, chiaro occhio del mondo."

(Schopenhauer, Il mondo)
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I momenti di "pura intuizione" - pura percezione sensoriale di realtà materiali - sono sottratti alla automaticità della Volontà di vivere, avvengono in una sospensione dei suoi fini, e la conoscenza che si ottiene non è funzionale al raggiungimento di qualcosa: non c'è causa né ricerca di effetto. Questi sono momenti che possono avvenire a molti di noi consapevolmente, e probabilmente a tutti inconsapevolmente - agli psichici, ai vivi vivi, almeno. Anche su questi momenti della nostra esperienza di vita Schopenhauer poggia il suo invito a fermare gli automatismi che ci porterebbero ad essere meri realizzatori di una Volontà biologica di sopravvivenza e di procreazione, espressione di una più universale Volontà, flusso di energia-materia che, scrive più volte Schopenhauer, è privo di spazio-tempo-causalità, non ha causa né scopo - come i momenti di pura percezione estetica, i quali, a differenza della Volontà, hanno inizio e fine, come la nostra vita individuale.


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