domenica 12 ottobre 2014

Ehi, universo, ma chi ti credi di essere?

"Se ci veniamo a smarrire nel considerare l'infinita grandezza del mondo nello spazio e nel tempo, ripensando ai secoli passati ed ai futuri - o anche, se il cielo notturno veracemente pone davanti al nostro occhio innumerabili mondi - vediamo noi stessi ridotti a un nulla, ci sentiamo, in quanto individui, in quanto corpi animati, in quanto effimere manifestazioni di volontà, come una goccia nell'oceano svanire, scioglierci nel nulla.

Ma in pari tempo, contro codesto fantasma della nostra propria nullità, contro codesta menzognera impossibilità si leva l'immediata coscienza che tutti quei mondi esistono nella nostra rappresentazione quali modificazioni dell'eterno soggetto del puro conoscere - soggetto che riconosciamo in noi stessi non appena dimentichiamo l'individualità, e che è il necessario sostegno, la condizione di tutti i mondi e di tutti i tempi.


La grandezza del mondo, che prima c'inquietava, sta ora in noi. Ma tutto ciò non si presenta subito alla riflessione; invece, si mostra come la coscienza appena sentita d'essere tutt'uno col mondo, e quindi nella sua smisurata grandezza non già schiacciati, bensì innalzati."


(Schopenhauer, Il mondo)


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