mercoledì 15 ottobre 2014

Lavora per istinto

"Il concetto, per quanto giovi alla vita, per quanto utile, necessario e fecondo alla scienza, è sempre sterile per l'arte. Vera e unica sorgente d'ogni genuina opera d'arte è l'idea percepita: nella sua robusta originalità viene attinta unicamente alla vita medesima, alla natura, al mondo e unicamente per mezzo del genio vero, o di chi sia per quel momento asceso fino a raggiungere la genialità. Solo da questa diretta concezione nascono capolavori che recano in sé vita immortale.

Appunto perché l'idea è intuitiva, e tale rimane, l'artista non è consapevole in astratto dell'intenzione e della meta a cui tende l'opera sua; non un concetto, ma un'idea gli fluttua davanti: perciò non può render conto del suo operare. Lavora, come si suol dire, di puro sentimento, e inconsapevole, anzi per istinto. Viceversa imitatori, artefici di maniera, procedono nell'arte movendo dal concetto: prendono nota di ciò che nelle vere opere d'arte piace e commuove, se lo rendono chiaro, lo afferrano in forma di concetto, astrattamente, e lo imitano infine, in modo aperto o palese, con avveduta intenzione. Succhiano il loro nutrimento, simili a piante parassite, da opere altrui; e, simili a polipi, prendono il  colore di ciò che mangiano.


Il genio viene bensì educato e formato dai predecessori e dalle opere loro, ma sono la vita e il mondo stesso, direttamente, che lo fecondano con l'intuizione: perciò anche una ricchissima cultura non può recar danno alla sua originalità. Invece gli imitatori, i manieristi percepiscono in forma di concetto l'essenza dei capolavori altrui, ma i concetti non possono mai dar vita interna a un'opera. 


I contemporanei - ossia l'opaca folla d'ogni generazione - non conoscono anch'essi altro che concetti, e vi si attaccano, e accolgono quindi le opere manierate con rapido e alto plauso: ma le stesse opere sono dopo brevi anni già indigeste, perché lo spirito del tempo - vale a dire i concetti dominanti - in cui quelle avevano la loro unica base, è mutato. Soltanto le vere opere d'arte, le quali dalla natura e dalla vita sono direttamente inspirate, rimangono perennemente giovani, e sempre poderose. Infatti non appartengono a una data epoca, ma all'umanità: e come perciò appunto dal loro proprio tempo, a cui disdegnarono di conformarsi,  furono tiepidamente accolte e furono tardi e contro voglia riconosciute, così in compenso non possono invecchiare, e ancor nei tempi più lontani parlano con voce fresca e sempre giovane."

(Schopenhauer, Il mondo)


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