giovedì 13 novembre 2014

I rimanenti

"Mentre ogni individuo è dato a se medesimo, direttamente, come tutta quanta la volontà e tutta quanta la capacità rappresentativa, i rimanenti individui gli son dati soltanto come sue rappresentazioni, perciò  a lui importa il proprio essere e la propria conservazione più di tutto l'altro insieme.

Alla propria morte ciascuno guarda come alla fine del mondo, e invece accoglie come una cosa abbastanza indifferente quella dei suoi conoscenti, se egli non vi è  interessato di persona. 
Nella coscienza salita al suo più alto grado, la coscienza umana, deve anche l'egoismo, come la conoscenza, il dolore, la gioia, aver toccato il vertice più alto, e deve nel modo più terribile palesarsi il contrasto degli individui, da esso determinato. 

Ciò vediamo dappertutto, nel piccolo come nel grande; ciò vediamo ora sotto l'aspetto terrificante, nella vita di grandi tiranni e uomini scellerati, e nelle guerre che devastano il mondo, ora sotto l'aspetto ridicolo, dov'è fatto tema di commedia; e in particolar modo si rivela nella presunzione e nella vanità: tale ci appare nella storia del mondo e nella nostra propria esperienza. Ma nel modo più evidente balza fuori, non appena una qualche turba di uomini sia sciolta da ogni legge e ordinamento: allora si mostra subitamente con tutta evidenza il bellum omnium contra omnes, che Hobbes mirabilmente ha descritto.

Appare che non soltanto ciascuno cerca di rapire all'altro ciò ch'egli stesso vuol avere, ma spesso addirittura vi è chi, per accrescere d'un trascurabile incremento il proprio benessere, distrugge tutto il bene o la vita dell'altro. Questa è l'espressione suprema dell'egoismo, i cui fenomeni, sotto tale rispetto, possono venir superati soltanto da quelli della malvagità vera e propria, la quale affatto disinteressatamente, senz'alcun proprio vantaggio, cerca il danno e il dolore altrui."

(Schopenhauer, Il mondo)

Nessun commento:

Posta un commento