lunedì 24 novembre 2014

La favola delle api

"Così Bernard de Mandeville ai primi del secolo XVIII:
«Là dove la proprietà è sufficientemente difesa, sarebbe più facile vivere senza denaro che senza poveri, giacché chi farebbe il lavoro? Allo stesso modo che i lavoratori devono essere protetti contro la morte per fame, essi non dovrebbero ricevere nulla che valga di essere risparmiato. Se qua e là qualcuno della classe infima si eleva, in virtù di un’assiduità straordinaria e di uno stringere la cintola, al di sopra delle condizioni in cui è cresciuto, nessuno deve ostacolarlo; anzi è innegabilmente il piano più saggio per ogni privato, per ogni famiglia singola della società, essere frugale; ma è interesse di tutte le nazioni ricche che la gran maggioranza dei poveri non sia mai inattiva, e che pur tuttavia spenda costantemente quello che intasca... Coloro che si guadagnano la vita con il loro lavoro quotidiano, non hanno nulla che li stimoli ad essere servizievoli se non i loro bisogni che è saggezza alleviare, ma sarebbe follia curare. L’unica cosa che possa rendere assiduo l’uomo che lavora è un salario moderato. Un salario troppo esiguo lo rende a seconda del suo temperamento o pusillanime o disperato, un salario troppo cospicuo lo rende insolente e pigro...
Da quanto è stato svolto sin qui consegue che in una nazione libera in cui non siano consentiti gli schiavi, la ricchezza più sicura consiste in una massa di poveri laboriosi. Prescindendo dal fatto che essi sono la fonte d’offerta mai esaurita per la flotta e per l’esercito, senza di essi non vi sarebbe godimento, e il prodotto di nessun paese sarebbe valorizzabile. Per rendere felice la società (composta naturalmente di coloro che non lavorano) e per render il popolo contento anche in condizioni povere, è necessario che la grande maggioranza rimanga sia ignorante che povera. Le cognizioni aumentano e moltiplicano i nostri desideri, e quanto meno un uomo desidera, tanto più facilmente i suoi bisogni potranno essere soddisfatti» (*)

(*) De Mandeville, The Fable of the Bees: «Una vita moderata e il lavoro costante sono per il povero la strada della felicità materiale (con il quale termine egli intende dire la giornata lavorativa più lunga possibile e la minor quantità possibile di mezzi di sussistenza) e della ricchezza per lo Stato (ossia per i proprietari fondiari, i capitalisti e i loro dignitari ed agenti politici) »"

(Marx, Il capitale)

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