sabato 9 maggio 2015

Se io sono dio meno male che non sono solo

"Upanishad del grande libro silvestre", Brhadaranyaka Upanishad, terzo capitolo:

"Tu che dici di sapere, parlami dell'essenza presente in ogni cosa, l'essere universale originario visibile e direttamente percepito."
"E' la tua essenza individuale che è presente in ogni cosa."
"E quale è questa essenza individuale presente in ogni cosa?"
"Quella che con l'inspirazione inspira: quella è la tua essenza individuale presente in ogni cosa. Quella che con l'espirazione espira: quella è la tua essenza individuale presente in ogni cosa. Quella che scorre nel tuo corpo con il soffio circolatorio: quella è la tua essenza individuale presente in ogni cosa."
"Ma così è come se tu dicessi: questa è una vacca, questo è un cavallo, senza parlarmene. Parlami veramente dell'essenza presente in ogni cosa, l'essere universale originario visibile e direttamente percepito."
"E' la tua essenza individuale quella che è presente in ogni cosa."
"E quale è questa essenza individuale presente in ogni cosa?"
"Tu non puoi vedere chi è origine della vita, non puoi ascoltare chi è origine dell'ascolto, non puoi pensare chi è origine del pensiero, non puoi conoscere chi è origine del conoscere. Questa è la tua essenza individuale presente in ogni cosa. Al di fuori di essa non c'è che dolore."



(Da "Upanishad vediche" a cura di Carlo Della Casa, Tea edizioni 1988 da Utet 1976, pp 48-49. Con qualche libertà.)

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