martedì 4 agosto 2015

Costui rinasce


"Colui che nella mente concepisce desideri, costui rinasce ora qui ora là secondo i desideri. Per chi ha placato i desideri e si è preparato interiormente, già qui in terra tutti i desideri si dissolvono."

(Mundaka Upanishad, Upanishad vediche, Tea 1988, p 325)

Osservazione di fatto, e proposta. E' un fatto che chi non si perde nei propri desideri vive in una condizione di più o meno fluttuante pace interiore; e - proposta - se vuoi trovare o ritrovare la pace interiore, non ti resta che fare un percorso che ha come suo fuoco centrale i tuoi desideri, la loro più o meno antica delusione, la loro trasformazione in bramosia, ossessione, sofferenza, follia.

Osservazione di fatto e proposta che ho incontrato dapprima in romanzi e film, esposte in modo più o meno esplicito; poi, esplicitamente, nella letteratura e nella pratica psicoanalitica; poi, nei discorsi di Buddha, con mia sorpresa l'analisi più sistematica, lineare, chiara, dell'origine del dolore umano, compiuta con lo scopo della risoluzione, della cura; ora, in brevi ma chiare formulazioni come questa sopra citata, le ritrovo nelle Upanishad.

Upanishad tanto amate da Schopenhauer, il quale aderì alla proposta orientale, indiana, allontanandosi da quella occidentale, greca, che invece accettava la sfida del desiderare pur nella consapevolezza dell'impermanenza e della inevitabile fine.

Rinascere ora qui ora là secondo i desideri ha nelle Upanishad una valenza negativa, di illusione che torna a ripetersi come coazione, ignoranza, in una visione lineare che va verso l'infinito e la perfezione; per l'assetto mentale greco, occidentale laico, può essere l'inizio di un nuovo ciclo, progredito ad un livello di maggiore consapevolezza e capacità, fino alla inevitabile fine. 

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