mercoledì 24 febbraio 2016

Se fossi lui

Non ho segnato subito la fonte da cui ho preso questa foto di un piccolo di pantera. Ma ricordo il video in cui si vedeva quando veniva trovato abbandonato e in pericolo di vita, preso delicatamente, curato, allattato e fatto amorevolmente crescere. Insomma, salvato da umani. La madre del piccolo poteva essere rimasta ferita o uccisa chissà come in una delle sue battute di caccia in cerca di cibo per il piccolo... oppure...
Non ho potuto evitare l'inizio di un pensiero, che poi ho lasciato continuare. Oppure ferita o uccisa da uomini, e poi lui, il piccolo, da altri uomini salvato. Allora quel suo sguardo sembrava chiedersi: ma tu, uomo, uccidi mia madre e poi mi salvi?
Forse non è andata così, e posso sentirmi solo testimone lontano di un episodio di bontà, compassione, nobiltà. Ma il pensiero avuto viene dalla considerazione che fa parte della condizione umana sia la distruzione che la riparazione - non penso all'eventuale conflitto individuale, ma a uomini che distruggono e altri che riparano, o tentano di riparare, anche cercando di fermare quelli che distruggono. Uomini - sempre uomo è, della specie a cui appartengo.
Così mi accade che nello sguardo del piccolo di pantera vedo quello che potrebbe essere il mio sguardo se fossi lui e guardassi me, anche se non fosse stato un altro uomo a ferire o uccidere sua madre.

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