sabato 4 giugno 2016

Prima che il primo occhio si aprisse sul mondo

"Sole e pianeti, senza un occhio che li veda e un intelletto che li conosca, sono parole che si possono ben pronunziare, ma rappresentativamente non sono più intelligibili che un sideroxylon.(*)

Tuttavia, lo studio della natura ci forza a ritenere con certezza che nell'ordine cronologico ogni stato di organizzazione superiore della materia sia stato preceduto da uno stato meno perfetto, che gli animali siano esistiti prima dell'uomo, i pesci prima degli animali terrestri, le piante prima dei pesci: in una parola, il regno inorganico fu prima dell'organico.
La materia primitiva dovette dunque attraversare una lunga serie di trasformazioni prima che il primo occhio si fosse potuto aprire. E tuttavia l'esistenza del mondo intero dipende pur sempre da questo primo occhio che si aprì, fosse pure quello di un insetto.
Quest'occhio infatti è l'intermediario indispensabile della conoscenza, per la quale e nella quale soltanto il mondo può avere una realtà, e senza la quale è assurdo il solo pensarlo, poiché il mondo non è altro che rappresentazione, e come tale ha bisogno del soggetto conoscente quale sostegno della sua esistenza.

Noi vediamo dunque da un lato che l'esistenza del mondo intero dipende dal primo essere intelligente per quanto imperfetto, e dall'altro che questo primo essere intelligente dipende a sua volta necessariamente da una lunga catena anteriore di cause ed effetti in cui rientra esso stesso come un piccolo anello.

Queste due concezioni contradditorie, a ciascuna delle quali noi siamo con pari necessità ricondotti, hanno soluzione nella considerazione che il tempo, lo spazio e la causalità  appartengono soltanto ai fenomeni di cui sono la forma non alla loro intima essenza.
Cioè il mondo oggettivo, il mondo come rappresentazione, non è l'unico aspetto dell'universo, ne è la sola faccia esteriore, ma il mondo ha pure un'altra faccia, diversa essenzialmente dalla prima, e che ne costituisce l'intima essenza, il nocciolo vero, che noi, attenendoci alla più immediata delle sue aggettivazioni, chiameremo volontà.

Il mondo come rappresentazione comincia il giorno in cui si apre il primo occhio: senza quest'occhio, cioè fuori della conoscenza, non ci fu nessun tempo, nessun prima, e tuttavia non si può dire che il tempo abbia perciò avuto un inizio, mentre invece ogni inizio è contenuto nel tempo."


(Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione)

* Ferro di legno, o legno di ferro.

Nessun commento:

Posta un commento