domenica 24 luglio 2016

Nada y pues nada

Per Severino, dunque, il pensiero occidentale è sostenuto e percorso dalla fede nel nulla, il quale viene pensato precedente e successivo all'essere di ogni realtà, con un fluire che non è soltanto trasformazione da cosa ad altra cosa ma è anzitutto un venire dal nulla e un andare nel nulla. 

Questa fede è una follia, dice. Non è vero che noi veniamo dal nulla e stiamo andando verso la morte, cioè di nuovo nel nulla. Tutta l'angoscia che l'essere umano ha sempre avuto per la sua condizione mortale si basa sulla fede nel nulla, un errore che conduce all'orrore. 

L'uomo occidentale, come segnala chiaramente la sua filosofia, vive con questo errore fondamentale dall'origine del suo pensiero. Un errore che lo porta a sentirsi un morto in mezzo ai morti, in un mondo già segnato nel suo essere dal nulla da cui verrebbe e in cui starebbe per finire - un mondo, nota continuamente Severino, senza più nessuna certezza incontrovertibile tranne quella della tecnica, cioè dell'azione, del fare, saper fare, risolvere problemi materiali, aumentare la propria potenza fisica. 


Un mondo in cui le forze in gioco, il cristianesimo, l'islam, il capitalismo, il comunismo, la democrazia, investono nel progresso della tecnica per prevalere sulle altre forze o non essere annientate ma ciò facendo il loro scopo originario inevitabilmente muta e diventa il progresso della tecnica in sé, a prescindere dal fine che viene sorpassato e perduto nella corsa vertiginosa del perfezionamento tecnico necessario per non soccombere o prevalere. 

In un mondo che viene pensato venire dal nulla ed andare verso il nulla, in un mondo segnato dalla morte prima e dopo un lampo di luce d'esistenza, la volontà di potenza, lasciata libera, senza più alcun limite, si rivolge alla tecnica come strumento e finisce inevitabilmente con il diventarne strumento, verso un orrore che deriva all'origine dall'errore di pensare la realtà venire dal nulla e andare verso il nulla.

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"Spingendo la luce elettrica, egli continuò la conversazione con se stesso. Di che aveva paura? Non era paura né terrore. Era un nulla che egli conosceva anche troppo bene. Era tutto un nulla e un uomo era nulla lui pure. Alcuni di quel nulla vivevano senza averne coscienza mai, ma egli invece lo sapeva bene, che tutto quanto era nada y pues nada y nada y pues nada. O nada nostro che sei nel nada, sia  nada il nome tuo, nada il regno tuo e sia nada la tua volontà così in nada come in nada. Dacci oggi il nostro nada quotidiano e nada a noi i nostri nada come noi li nadiamo ai nostri nada e non nadare noi in nada ma liberaci dal nada; pues nada. Ave, nulla, pieno di nulla, il nulla sia con te. Egli sorrise e si fermò davanti a un bar dove splendeva sotto la luce la macchina a vapore per il caffè espresso"

 (Ernest Hemingway, Un posto pulito, illuminato bene)

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