martedì 10 giugno 2014

Dies diem docet



"Data la monotonia della vita e la vacuità che ne deriva, si troverebbe insopportabilmente noiosa la vita stessa dopo che fosse durata per un certo tempo, se il continuo progredire della conoscenza e della penetrazione, e la comprensione sempre migliore e sempre più chiara di tutte le cose e le circostanze non continuasse ad avanzare, in parte come frutto della maturità e dell'esperienza, in parte anche come conseguenza delle modificazioni che noi stessi subiamo nelle varie età della vita, e che perciò ci pongono, in un certo senso, su punti di vista sempre nuovi, dai quali le cose ci appaiono diversamente e ci mostrano lati ancora sconosciuti; ragion per cui, nonostante la diminuita intensità delle forze intellettuali, il dies diem docet continua sempre instancabilmente, e diffonde continuamente nuovo fascino sulla vita, in quanto ciò che è identico si presenta costantemente come qualcosa di diverso e di nuovo.
Tra l'altro, in ogni periodo, ci presta lo stesso servizio il multiforme mutare del nostro umore e stato d'animo, per il quale vediamo quotidianamente le cose sotto una luce diversa: esso pure diminuisce la monotonia della nostra coscienza e del nostro pensiero, ottenendo lo stesso effetto di un'illuminazione sempre mutevole su di un bel paesaggio; questa infatti, con i suoi effetti di luce inesauribilmente uniformi, fa sì che il panorama visto centinaia di volte ci affascini sempre di nuovo. Così quello che è conosciuto appare nuovo a uno stato d'animo modificato, e risveglia nuovi pensieri e opinioni nuove."

(Schopenhauer, Parerga)
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Il giorno insegna il giorno, ciò che ho vissuto ieri mi insegna a vivere oggi e ciò che imparo oggi mi sarà utile domani. Magnifico! Apprendere dall'esperienza. Dies diem docet. Fosse così! E' così? Perché o è così, oppure è difficile farlo avvenire.
Non è la prima volta che Schopenhauer, il grande pessimista, lo scuro scuro incazzoso, mostra di essere innamorato della vita e degli esseri umani, e di essere ottimista su di loro.

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