venerdì 4 luglio 2014

Avatar



Nelle annotazioni sulla religione, Schopenhauer lega la predicazione di Cristo con quella dei preti egizi, che erano a loro volta una discendenza dei religiosi dell’India. Leggendo le connessioni  di carattere storico e di contenuti, un punto mi ha sorpreso e si è staccato nettamente dal fondo. 

Da anni ricordo quello che avevo letto in un libro di Renan sulla vita di Cristo: che egli si era definito figlio dell’uomo ma quella definizione di sé come figlio dell’uomo era poi diventata successivamente figlio di Davide, e infine si era arrivati a fargli dire: sono il figlio di dio. Quando lo avevo letto, molti anni fa, mi era sembrato illuminante: quella certezza fideistica che mi era stata trasmessa nell’infanzia - che nella mia testa era uno di quei palloncini che scappano, o vengono lasciati, dalle mani del bambino, e finiscono attaccati al soffitto e lì rimangono in sospensione d’attesa – la certezza con cui intorno a me sentivo dire da adulti per altro coi piedi per terra “ Gesù figlio di dio” come fosse uno del paese o del quartiere la cui paternità era cosa tra le cose – il carattere delirante di quella affermazione trasformata da parola in cosa mi era apparso chiaramente leggendo l’analisi storica di Renan: figlio dell’uomo, figlio di re, figlio di dio. Quel palloncino pieno di gas ipnotico era volato in cielo dal varco di conoscenza, portando i miei saluti a Renan.

Ora, eccoti lo scorbutico Schopenhauer che, come niente fosse, scrive:

“… e che Gesù, educato da preti egiziani, la cui religione era di origine indiana, abbia assunto da loro l'etica indiana e il concetto di avatar, e in seguito abbia cercato di adattarli nel suo paese ai dogmi ebraici e di innestarli sul vecchio tronco. La consapevolezza della propria superiorità morale ed intellettuale l'avrebbe infine spinto a considerare se stesso come un avatar e quindi a chiamarsi figlio dell'uomo per indicare che egli era più che un semplice uomo…”

“… ci riesce fino a un certo punto spiegabile come mai Paolo abbia potuto rappresentare del tutto seriamente come Dio incarnato un individuo morto così poco tempo prima ...”

(Schopenhauer, Parerga)
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Wikipedia, Avatar: "La parola, che è in lingua sanscrita, è originaria della tradizione induista, nella quale ha il significato di incarnazione, di assunzione di un corpo fisico da parte di un dio (Avatar: Colui che discende)"



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