venerdì 11 luglio 2014

Fuochi artificiali per ciechi



“E come lo stesso dipinto a olio, visto in un angolo buio oppure illuminato dal sole, fa una diversa impressione, così pure è diversa l'impressione prodotta da uno stesso capolavoro secondo la capacità della testa che l'afferra. Per conseguenza una bella opera ha bisogno di uno spirito sensibile, un'opera pensata di uno spirito che pensi, per poter esistere e vivere realmente. Purtroppo, spessissimo, colui che manda nel mondo una tale opera, si deve sentire, in seguito, come un fabbricante di fuochi artificiali, che alla fine ha bruciato con entusiasmo tutta la sua produzione, preparata con assidua fatica, e poi si accorge di esser capitato nel posto sbagliato e che tutti quanti i suoi spettatori appartenevano a un istituto per ciechi. Eppure la sua sorte è sempre migliore che se gli fosse capitato un pubblico composto di soli fabbricanti di fuochi artificiali, perché in questo caso la sua prestazione, se fosse stata straordinaria, avrebbe potuto costargli la testa.”

(Schopenhauer, Parerga)

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