giovedì 16 ottobre 2014

Ed egli a lei si ferma

"Il godimento del bello, il conforto che l'arte può dare, l'entusiasmo dell'artista che gli fa dimenticare i travagli della vita, unico privilegio del genio, il solo che lo compensi del dolore cresciuto di pari passo con la chiarezza della coscienza - tutto ciò poggia sul fatto che l'in-sé della vita, la Volontà, l'essere medesimo sono un perenne soffrire, in parte miserabile, in parte terribile, mentre l'essere medesimo quale semplice rappresentazione, puramente intuita o riprodotta dall'arte, libera da dolore, offre un significante spettacolo.

Quest'aspetto del mondo puramente conoscitivo, e la riproduzione sua in un'arte qualsiasi è l'elemento dell'artista. Egli è incatenato dallo spettacolo della Volontà materializzata: vi si indugia, non si stanca di guardarlo e di riprodurlo, e talora ne fa egli medesimo le spese, ossia egli medesimo è la Volontà che in quel modo s'oggettiva e perdura in continuo dolore.


Quella pura, vera e profonda conoscenza dell'essere del mondo gli si fa scopo di per se stessa: ed egli a lei si ferma. Ella non diviene per lui un quietivo della Volontà; non lo redime per sempre dalla Volontà di vivere, ma solo per brevi istanti, e non è ancor una via d'uscita da quella Volontà, ma solo a volte un conforto nella vita stessa; finché la sua forza, così accresciuta, stanca alfine del giuoco, non si volga al serio."


(Schopenhauer, Il mondo)


Nessun commento:

Posta un commento