mercoledì 1 ottobre 2014

Mulier mulieri lupa mater hominis homini lupus

"Nessuna vittoria senza lotta. Come la calamita che ha sollevato un pezzo di ferro sostiene una lotta continuata contro la gravità ed in questa permanente battaglia si rafforza, quasi eccitata dalla resistenza ad uno sforzo maggiore, così ogni fenomeno di volontà - anche quello che si presenta nell'organismo umano - sostiene una diuturna lotta contro le molte forze fisiche e chimiche le quali hanno un precedente diritto su quella materia.

Cade perciò il braccio che per un po' s'è tenuto sollevato facendo opposizione alla gravità; e quindi il piacevole senso di salute, esprimente la vittoria che l'organismo conscio di sé riporta sulle leggi fisiche e chimiche è così spesso interrotto, anzi a dir vero sempre accompagnato da un certo maggiore o minore malessere, che nasce dalla resistenza di quelle forze. Così anche la parte vegetativa della nostra vita è legata perennemente ad una leggera sofferenza, il peso della vita fisica, da cui la necessità del sonno e infine della morte, quando, col favore delle circostanze, quelle forze naturali soggiogate riprendono all'organismo, stanco per la stessa sua continuata vittoria, la materia già loro strappata, e pervengono alla libera esplicazione della loro essenza.

Così vediamo dappertutto nella natura contesa, battaglia, e alternanze di vittorie; ed in ciò appunto conosceremo più chiaramente d'ora innanzi l'essenziale dissidio della Volontà da se medesima. Ogni grado nell'obiettivazione della materia contende all'altro la materia, lo spazio, il tempo. Senza tregua deve la permanente materia mutar di forma, mentre, seguendo il filo conduttore della causalità, fenomeni meccanici, fisici, chimici, organici, facendo avidamente ressa per venire alla luce, si strappano l'un l'altro la materia stessa essendo appunto questa lotta la rivelazione del dissidio essenziale tra la Volontà e se stessa.

Questa lotta universale raggiunge la più chiara evidenza nel mondo animale, che ha per proprio nutrimento il mondo vegetale, ed in cui inoltre ogni animale può diventare preda e nutrimento d'un altro, potendo ogni animale conservar la propria esistenza solo col sopprimerne costantemente un'altra.

In tal modo la volontà di vivere divora perennemente se stessa, ed in diversi aspetti si nutre di sé, finché da ultimo la specie umana, avendo trionfato di tutte le altre, ritiene la natura creata per proprio uso. E nondimeno questa stessa specie umana rivela ancora con terribile evidenza in se medesima quella lotta, quel dissidio della Volontà; e diventa homo homini lupus."

(Schopenhauer, Il mondo)


Nessun commento:

Posta un commento