lunedì 6 ottobre 2014

Se abbandoniamo la maniera usuale di considerare le cose

"Se abbandoniamo la maniera usuale di considerare le cose, se non più si considera il dove, il quando, la causa e la finalità delle cose, ma unicamente ciò che elle sono, 

se non lasciamo che il pensare astratto, i concetti della ragione s'impadroniscano della conscienza, bensì viceversa tutta la forza dello spirito nostro diamo all'intuizione e in questa ci sprofondiamo, e la conscienza intera lasciamo riempire dalla tranquilla contemplazione dell'oggetto che ci sta innanzi, sia esso un paesaggio, un albero, una roccia, un edifizio o quel che si voglia, 

allor che  ci si perde appieno in quell'oggetto, si dimentica se stessi e la propria volontà, e si rimane nient'altro che soggetto puro, chiaro specchio dell'oggetto, come se l'oggetto solo esistesse, senza che alcuno fosse là a percepirlo, né più è possibile separare colui che intuisce dall'intuizione stessa poiché sono diventati tutt'uno essendo l'intera conscienza riempita e presa da una sola immagine d'intuizione, 


se dunque in siffatto modo l'oggetto s'è disciolto da ogni relazione con altri oggetti fuor di se stesso, e il soggetto s'è disciolto da ogni relazione con la volontà 


- allora quel che viene così conosciuto non è più la singola cosa come tale, ma è l'idea, l'eterna forma, la diretta oggettità della volontà in quel grado. E perciò appunto non è più individuo quegli che è assorto in tale intuizione, infatti proprio l'individualità vi s'è perduta: egli è invece puro soggetto della conoscenza, fuori della volontà, del dolore, del tempo. "


(Schopenhauer, Il mondo)
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Chi non ha mai provato questi momenti? Eccolo, il fascino di Schopenhauer: il suo riportare alla corporeità e ad esperienze comuni concetti astratti che resterebbero altrimenti tra le nuvole di un cielo inutile. Momenti in cui ci si accorge delle cose - e delle persone - e della realtà intorno a noi - e, in ciò, di noi stessi, ombelichi in giro per il mondo.
E' il corpo inconscio originario che ci richiama alla base, sulla terra, là dove siamo, nella realtà di cui ora ci accorgiamo con stupore ritrovato - ma, poi. C'è un poi che rapidamente riprende il dominio delle nostre vite - il pilota automatico, HAL, ci riporta subito nelle rotte di allontanamento dalla realtà per quella che è.



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