mercoledì 10 giugno 2015

Sei solo un ignorante?

Chi si ferma alla conoscenza che distingue le cose una dall'altra, le azioni una dall'altra, per cui se devo andare a destra vado a destra e non a sinistra, Maria è Maria e non Mario, se sta per piovere mi porto l'ombrello e così via - chi si ferma alla conoscenza con la quale si fanno figli, si compie lavoro, si costruiscono strumenti e si sa come usarli, si fanno case, strade, ponti, guerre e computers - chi si ferma alla conoscenza di quando siamo svegli e in rapporto vedente con la realtà - chi si ferma a questa conoscenza è ignorante, secondo la Upanishad che sto leggendo.

Solo chi "... riconosce nel proprio Sé tutte le creature, e in tutte le creature vede il proprio Sé", chi capisce che tutto è Uno, sa, ha la vera conoscenza.

Ma mica erano scemi, questi delle Upanishad! Anzi...

"Precipitano in cieche tenebre coloro che credono nell'ignoranza e in tenebre ancora più fitte coloro che soltanto della conoscenza si compiacciono. Colui che ben conosce contemporaneamente entrambe, conoscenza e ignoranza, giunto fino alla morte con l'ignoranza, con la conoscenza ottiene l'immortalità."

(Isa Upanishad, par. 1-11, Upanishad vediche, Tea 1988, pp 291-292)

Con le precisazioni già espresse sulla immortalità, mi piace molto. Lo ripeto in grassetto:

"Precipitano in cieche tenebre coloro che credono nell'ignoranza e in tenebre ancora più fitte coloro che soltanto della conoscenza si compiacciono. 
Colui che ben conosce contemporaneamente entrambe, conoscenza e ignoranza, giunto fino alla morte con l'ignoranza, con la conoscenza ottiene l'immortalità."

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