giovedì 25 febbraio 2016

Chi muore?

"La vicinanza all'essere non è, per lo schiavo, la parentela più radicale: viene prima la vicinanza al proprio corpo e a quello degli altri. E nel sentire quest'altra parentela lo schiavo si affaccia al pensiero da un'altra situazione precategoriale, di pari dignità a quella di chi si chiede: Chi parla?"

La domanda "Chi parla?" - scrive Eco - parte dal "presupposto che a porla sia sempre qualcosa che sta prima di noi e si svela pensando in noi."  Una domanda che l'uomo si è fatto per migliaia di anni.
"Ma chi lo ha fatto? Una categoria di uomini, coloro a cui il lavoro servile altrui permetteva la contemplazione dell'essere, e permetteva di sentire questa domanda come la più urgente tra tutte."

Ma lo schiavo si pone una diversa domanda. Non "Chi parla?", ma: "Chi muore?" e da questa domanda si muove "non per far filosofia, ma per costruire una ruota ad acqua che permetta a lui di morire meno in fretta e di liberarsi della macina a cui è legato."

(U. Eco, La struttura assente)

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